Shouryya Ray risolve Isaac Newton: un piccolo approfondimento. #shouryyaray #newton #fisica

Ho letto un articolo su Leggo stamattina e ho voluto approfondire (il Corriere non è stato sufficiente). Parlano di un certo Shouryya Ray che si è messo lì e ha risolto un problema posto nientemeno che dal grande Newton.

Lo so che spesso, quando inizio a scrivere, uno si chiede: ma a me che me ne frega? Cosa mi cambierà nella vita di tutti i giorni?

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Niente, vi dico già che non vi cambierà nulla nell’immediato, però la notizia spero vi possa interessare. Già, perché Shouryya Ray non è né un fisico, né un matematico qualunque, né un ricercatore pluridecorato con cattedre universitarie o simili. Il solutore del problema di Newton ha 16 anni.

Chi è Shouryya Ray?

Shouryya Ray è un ragazzo indiano (ma vengono tutti da lì O_O’?) che a 12 anni emigra in Germania. Non sa una parola di tedesco. Senza farla troppo lunga, il ragazzo si mette lì e, dopo che un professore in una gita ha esposto il problema di Newton tacciandolo come “irrisolto” e “irrisolubile”, il baby-genio si dice:”Ci provo”… e ce la fa.

Il problema di Newton riguardava un corpo gettato con un determinato angolo e sottoposto alla forza di attrazione gravitazionale. Il tutto immerso in un fluido newtoniano. Detto in termini più semplici. Il problema è di balistica (che è anche un possibile campo di applicazione della scoperta) e possiamo partire da un esempio: un colpo di pistola.

Il proietto è il corpo che viene gettato con un determinato angolo. Quando prendo la mira e premo il grilletto l’angolo che forma l’arma con il terreno corrisponde all’angolo ed il proietto corrisponde al corpo gettato.

La forza di attrazione gravitazionale è la forza di gravità terrestre a cui siamo sottoposti (quel caro buon vecchio 9,81 m/s^2 delle superiori).

Un fluido newtoniano – brutto nome – può essere l’aria. La descrizione più scientifica dei fluidi newtoniani la trovate su Wiki, ma è un po’ pesantuccia come definizione, e farvi un’idea anche qui.

Shouryya ha risolto precisamente, con dimostrazione analitica e sperimentale, il problema. Non che nessuno avesse risolto la questione prima d’ora (altrimenti giochi come Angry Birds ce li sognavamo). Ciò che Shouryya ha fatto, però, è risolverlo con precisione. Fino a ieri, infatti, si assumevano delle approssimazioni per determinare la soluzione o ci si rifaceva a casistiche esistenti, oggi si ha a disposizione una soluzione squisitamente analitica e in un contesto generalizzato.

Le implicazioni sulla vita di tutti i giorni sono ipotizzabili senza grosse difficoltà, oltre a sparare razzi con maggiore precisione (che si spera non diventare la prima applicazione), possiamo pensare a tutte quelle applicazioni che hanno a che vedere con la dinamica: aeroplani, sottomarini, palloni da calcio e palline da tennis ecc.

In realtà, non pago, Shouryya ha sistemato anche una questioncina sugli urti di Hertz (problema risalente al 19° secolo – 1850 circa), ma se proseguo il post diventa palloso.

In tutto ciò il genio in questione sta per terminare la scuola con due anni di anticipo rispetto ai suoi coetanei…

Dal mio punto di vista è una gran bella storia di integrazione, di intelligenza e di vera spinta allo studio e alla ricerca che stanno mettendo in pratica a Dresda. Attendo tempi migliori per l’Italia…

8 Pensieri su &Idquo;Shouryya Ray risolve Isaac Newton: un piccolo approfondimento. #shouryyaray #newton #fisica

  1. Scusate l’ignoranza di un povero ricercatore: ma dove stanno i calcoli?
    Dove è stata presentata questa soluzione?
    Soprattutto: come mai a valle di un problema così importante ed interessante non è stato presentato alcun lavoro (nemmeno su arxiv)?
    Nemmeno un articolo (neanche uno) di giornale che riporti un link a un qualsivoglia sito di pubblicazioni scientifiche.
    Onestamente mi chiedo se la notizia (per carità, di certo vera) non sia stata sapientemente gonfiata.
    Probabilmente ha trovato una forma più elegante di qualcosa di già ampiamente risolto, o magari il risultato potrebbe contenere errori concettuali….non lo so.
    Di certo quando si ha in mano qualcosa di grosso, il desiderio di pubblicarlo e rendere noto il frutto del proprio lavoro (e, perchè no, prendersi i giusti meriti) è forte.
    Al posto vostro, aspetterei.

    • Gentilissimo Danilo,
      anzitutto ti ringrazio per due ordini di motivi legati al commento.
      Il primo è il commento in sè. Sarebbe ipocrita non ammettere il piacere di ricevere il commento da parte di un addetto ai lavori (da quello che hai scritto ho immaginato facessi ricerca scientifica) che, sicuramente, ne capisce molto più di me in materia.
      Il secondo è la possibilità di discussione e di approfondimento che il tuo commento può generare.
      Rispetto a quanto sostieni, purtroppo ho faticato non poco a trovare informazioni decenti in giro per la rete e, come giustamente evidenzi, niente che avesse a che fare in qualche misura con i contenuti specifici del calcolo effettuato.
      Oggi, tornando a ricercare info aggiuntive sull’argomento, sono incappato in un blogger che ha scritto ad uno dei “relatori” che gli ha risposto che a breve pubblicheranno quanto scoperto ecc., ma che non poteva dire nulla in quel momento e cose simili (se ritrovo il link lo posto).
      Chiaro è che, nel momento in cui questa pubblicazione dovesse saltare fuori, gradirei molto un aiuto nella comprensione, nella spiegazione e nell’eventuale rettifica o conferma di quanto pubblicato ieri.

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